«Milano, 31 dicembre 1925. Un silenzio irreale avvolge Piazza Duomo. Il vento fa ondeggiare le bandiere rosse, il manico stretto nelle mani di uomini e donne dal volto scavato, manodopera sfruttata nelle fabbriche milanesi. In tanti provengono dalle province, o arrivano dalle regioni vicine. Il freddo avvolge la città, la nebbia fitta sfuma i contorni dei palazzi insinuandosi tra le vie. Il cielo bianco pare un velo steso su quel giorno di lutto. Nessuno voleva mancare all’appuntamento: l’ultimo saluto alla signora del socialismo.»
Comincia così il racconto di una grande storia italiana dimenticata, l’omaggio dell’Autrice a una donna straordinaria, protagonista delle lotte politiche e sociali che hanno contribuito a cambiare profondamente il nostro Paese, a renderlo un luogo più giusto. Anna Kuliscioff.
A cento anni dalla sua morte, Tiziana Ferrario si concentra in particolare sull’ultimo periodo della vita di Anna, a partire dal 1912. Sono gli anni drammatici che preludono alla Prima guerra mondiale e alla nascita del fascismo, in cui vediamo muoversi Mussolini prima che diventi il Duce, già temuto per la sua irruenza e la fame di potere. Prima scompagina il socialismo mettendo in minoranza i riformisti, poi conquista la direzione dell’«Avanti!». Dopo la guerra, nella crisi di un Paese stremato, darà vita ai Fasci di combattimento, anticamera del Partito nazionale fascista. Anni che dicono tanto al nostro presente sempre più dominato da conflitti d’influenza e lotte di potere.
Un romanzo che attraversa la grande storia dall’interno, tratteggiando personaggi – soprattutto femminili – e situazioni che compongono il ritratto di un mondo lontano e insieme vicino al nostro. Pagine che restituiscono un’immagine forte della politica, fatta essenzialmente di passioni trascinanti, coraggio, coerenza e fedeltà a un’idea. Qualità e valori oggi quasi del tutto scomparsi. Un monito e un manifesto per un futuro più umano.